Nonostante l’acne sia conosciuta come un disturbo dell’adolescenza, in realtà può presentarsi anche più tardi, dopo i 25 anni e in persone ormai adulte. L’acne è un’infiammazione della pelle che comporta la presenza sul viso di punti neri e bianchi, pustole e cisti e che, se non curata, può comportare l’insorgenza di macchie e cicatrici che restano nel tempo. Le cause che contribuiscono alla comparsa dell’acne sono molteplici. Alterazioni nella composizione del sebo e nel ricambio cutaneo, a volte indotte dai cambiamenti ormonali (in adolescenza, ma anche nei casi di acne dell’adulto), portano all’ostruzione dei pori della pelle, o meglio dell’unità pilo-sebacea, struttura della pelle dove coesistono ghiandole sebacee e peli.
Le cellule cutanee ormai morte, infatti, invece che esfoliarsi e distaccarsi, in presenza di un eccesso di sebo si accumulano all’interno dei pori, ostruendoli. Il sebo inoltre non è solo prodotto in quantità eccessive, ma ha anche composizione alterata, che comporta infiammazione e che influenza l’attività dei batteri fisiologicamente presenti sulla cute. L’acne che compare in età adulta è una disfunzione sempre più diffusa, che interessa la popolazione femminile tra i 25 e i 30 anni, ma non è raro che insorga anche in peri-menopausa e menopausa. Per trattare l’acne tardiva è fondamentale fare riferimento al dermatologo; infatti evitare trattamenti fai da te e impostare il prima possibile una terapia adeguata può prevenire lo sviluppo di cicatrici e macchie da acne.